di Lucia Gargiulo*
Con la Legge di Bilancio si ha una riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti. A tale scopo si istituisce un Fondo specifico con una dotazione d 3i miliardi di euro per l’anno 2020 e 5 miliardi a decorrere dal 2021. Il beneficio andrà in primo luogo ai milioni di lavoratori con redditi tra i 26.600 euro e 35 mila euro, esclusi dal ”bonus Renzi”: circa 50 euro in più al mese. Circa 500 euro in più nel 2020 e mille euro in più nel 2021. Per i lavoratori con redditi da 8 mila euro a 26,600 euro che percepiscono il “bonus Renzi”, dal taglio del cuneo avranno 40-50euro annui. Arrivano a dieci gli incentivi e i bonus previsti dalla Legge per l’assunzione di giovani, donne e disoccupati.
A quelli esistenti, con la Legge di Bilancio, si aggiungono lo sgravio per gli apprendisti e il ”bonus eccellenze”. Nel primo caso, i datori di lavoro che hanno fino a 9 dipendenti che assumono dal primo gennaio giovani in apprendistato di primo livello possono usufruire di uno sconto del 100 per cento sui contributi per i primi tre anni. Chi assume con rapporto di lavoro a tempo indeterminato laureati con 110 e lode può contare su un esonero contributivo del 100 per cento per dodici mesi. In caso di assunzioni a tempo indeterminato, ci sono anche per il 2020 incentivi e sgravi di vario tipo se si tratta di lavoratori percettori di Naspi, di lavoratori in Cigs con assegno di ricollocazione, di lavoratori in Cigs da almeno 3mesi. Lo sgravio contributivo del 50 per cento è poi di un anno oppure di un anno e mezzo se si assumono donne disoccupate da almeno di 1 anno. Lo sgravio è di un anno se l’assunzione è a tempo determinato, di un anno e mezzo se l’assunzione è a tempo indeterminato.
Sugli asili gratis a gennaio il vecchio bonus viene rafforzato e rimodulato su soglie Isee differenziate. L’attuale beneficio di 1.500 euro, dal prossimo anno raddoppia a 3.000 euro per i nuclei con Isee fino a 25mila euro e sale a 2.500 per i redditi tra i 25 e i 40mila. La legge prevede poi uno stanziamento di 100 milioni l’anno fino al 2023 (200 milioni dal 2024 in poi) per la costruzione di nuovi asili nido e scuole d’infanzia e per la messa in sicurezza di quelli esistenti. Confermato per il 2020 anche il bonus mamma domani (800 euro senza limiti di reddito).Tra le politiche familiari rientra anche l’estensione del congedo obbligatorio di paternità, che da gennaio sale da 5 a 7 giorni. Infine, ci sarà un contributo (fino a 400 euro per neonato) per l’acquisto di latte artificiale per le mamme soggette a patologie che impediscono l’allattamento naturale. S’interviene anche in tema di handicap con l’istituzione di un «Fondo per la disabilità e la non autosufficienza», con una dotazione di soli 29 milioni di euro per il 2020, che salgono a 200 milioni per il 2021 e a 300 milioni annui dal 2022.
Per quanto riguarda il bonus bebè, destinato a ogni nuovo nato o adottato, viene rinnovato per la durata di un anno e diventa una prestazione ad accesso universale (finora spettava ai nuclei con Isee non oltre 25.000 euro) modulata su tre fasce di reddito: avrà 160 euro al mese chi sta entro i 7mila euro di reddito Isee; 120 euro al mese chi è nella fascia fino ai 40 mila, e 80 euro per chi sta sopra quella soglia. Ci sarà anche il “bonus facciate” che prevede dal 2020 uno sgravio del 90 % spalmato su 10 anni per le ristrutturazioni degli esterni degli edifici condominiali: se il conto da pagare sarà di 10 mila euro, la spesa effettiva ammonterà a soli mille euro. Il decreto fiscale collegato alla manovra prevede poi, attraverso la cosiddetta Rc auto familiare, la possibilità per i nuclei che possiedono più di un mezzo di usufruire di sconti sulla polizza. La tassa di soggiorno sarà più cara nelle città più visitate.
Calerà dal 22 al 5% l’I.V.A. sugli assorbenti biodegradabili per effetto della “tampontax”. Da marzo aumenterà il prelievo sulle vincite superiori ai 500 euro; per esempio chi si aggiudicherà mille euro al ”Gratta e Vinci” dovrà dare allo Stato 200 euro anziché 120. E’ stata prorogata l’Opzione Donna, la formula che permette alle lavoratrici di andare in pensione anche sotto i 60 anni a condizione che lìassegno sia calcolato interamente con il sistema contributivo e dunque con una penalizzazione che può arrivare anche al 25- 35 per cento a seconda dei casi. Fino ad oggi hanno beneficiato del meccanismo le donne che al 31 dicembre 2018 avevano almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età se lavoratrici dipendenti o 59 se autonome. Con la proroga, maturati i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno, le dipendenti dovranno attendere una “finestra” di 12 mesi per la decorrenza della pensione, le autonome 18 mesi. Sempre con la decurtazione del trattamento. Nella Legge di Bilancio le quote rosa salgono dal 30 al 40 per cento nei Cda delle società quotate . In arrivo anche altri 4 milioni di euro annui nel triennio 2020-2022 al fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per il finanziamento del piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.
* Consulente del Lavoro e Segretario Cittadino del PD Sant’Agnello
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